Il libro che appaga

Una lettura tutta di un fiato

ED ECCOMI QUI di nuovo con Etty Hil-lesum: Adelphi ha finalmente pubblicato l’edizione integrale delle su e Lettere. La mia piccola amica “mi” scrive così dal suo campo di detenzione a Westerbork, 1943.

“So che chi odia ha fondati motivi per farlo. Ma perché dovremmo sempre scegliere la strada più facile e a buon mercato?… Ho potuto toccare con mano come ogni atomo di odio che si aggiunge al mondo lo renda ancora più inospitale”. “Ogni sera, con una certa pace spirituale, io depongo le mie molte preoccupazioni terrene ai piedi di Dio stesso”. “Mio Dio, ancora non si rendono conto che tutte le cose di qui sono sabbie mobili tranne te”.

“In futuro, quando io non abiterò più su una branda di ferro in una terra circondata dal filo spinato, voglio avere ima lampadina sopra il mio letto… Sai, se qui non hai una grande forza interiore, se non guardi alle apparenze come a contingenze pittoresche che non intaccano il grande splendore… allora è proprio una situazione disperata”. “Se penso alle facce della scorta armata in uniforme verde, mio Dio, quelle facce! Le ho osservate una per una, dalla mia postazione nascosta dietro a una finestra, non mi sono mai spaventata tanto come per quelle facce. Mi sono trovata nei guai con la frase che è il tema fondamentale della miavita: “E Dio creo l’uomo a sua immagine”. Questa frase ha vissuto con me una mattina difficile”.

“Facciamo in modo che, malgrado tutto, Dio sia al sicuro nelle nostre mani… Ti guardo un momento negli occhi, mia cara, e non dico più molto. Etty”